Il periodo della
Fiera del Libro per noi librai è convulso, faticoso e spesso avaro di soddisfazioni. Si perchè in realtà questo grande evento non riguarda noi, riguarda un rapporto che si fa diretto tra il lettore e l'editore, per quattro giorni la filiera editore-distributore/agente-librerie si interrompe generando un filo che unisce i due capi all'estremo della catena; il libraio si trova tagliato fuori e tutto sta alla sua voglia di rubare un po' dell'aria che la città inevitabilmente respira, nel tentativo di ricordare ad ogni lettore che c'è anche lui. Non starò qui a sottolineare la differenza che passa tra una Fiera e un Salone, ricordo solo a tutti che da qualche anno questo appuntamento ha mutato il suo nome (
da Salone in Fiera, appunto) e che questa scelta non può essere casuale. Accanto al grande mercato che si allestisce al
Lingotto gli incontri e le conferenze tengono vivo e immutato il sapore unico di questo evento, scrittori provenienti dai quattro angoli del pianeta si mischiano al loro popolo, passeggiano con loro tra gli stand, firmano migliaia di copie e rispondono alle curiosità di tanta passione. Tra loro sciami di scolaresche urlanti e festose per la giornata sottratta ai banchi, sostanzialmente disinteressati alla natura del loro vagare ma ugualmente parte di un evento che, senza bambini, proprio non potrebbe essere fiera.
A margine di tutto questo ci sono io, o meglio, a margine di tutto questo c'è Therese, il settimo padiglione esterno e la voglia di una circoscrizione di portare tra la gente del quartiere un po' di quel sapore, quello più autentico. Ecco allora che mi trovo ad ospitare tra queste piccole mura due donne diverse, con storie e percorsi diversi, entrambi carichi di profondi significati.
Clara Sereni racconta la disabilità attraverso le testimonianze di chi la vive da vicino, in famiglia, accompagnata da un'amica preziosa, Maria Federica Daviso e il "suo"
CEPIM. Assieme scopriamo la mancanza delle istituzioni che ci lasciano soli a parlare di cose così importanti, mi spiegano che sono abituate ma io ne soffro e non smetto di chiermi il perchè.
Poi la folgorazione,
Paola Calvetti e la sua semplicità, la sua passione, un romanzo pieno di sentimento in cui l'amore per le storie coinvolge di più ogni pagina che passa, un romanzo colto e raffinato ma anche lieve e carezzevole, da leggere per sognare. Paola è stata un'apparizione che ha lasciato tutti senza fiato e con la certezza di aver incontrato una donna speciale, capace di trasmettere la propria magia a chiunque sia stato qui ad ascoltarla. Un incontro che avrebbe dovuto durare un'ora ma che ne è durate tre, lasciandoci la voglia di ritrovarci, presto.
E allora viva la fiera, il carrozzone e compagnia bella se lasciano queste emozioni che rimangono dentro e danno senso ai conti che non tornano mai.